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Tessuti Prestigiosi

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Questa è una storia di tessuti

e inizia molti secoli fa, almeno nel 1499.

Questo è, infatti, l’anno che si legge

nel cartiglio del quadro

“San Marco trascinato nella sinagoga”

di Giovanni Mansueti, allievo di gentile Bellini.

Il cartiglio contiene i nomi dei committenti,

tra i quali c’è anche un certo

“Giacomo Bevilacqua, tessitore”

che altri non è che l’antenato di Luigi Bevilacqua.

Fonte: "Tessitura made in Venice - Luigi Bevilacqua"

I velluti e il lavoro su telai del Settecento

Di Luigi Bevilacqua sappiamo che è nato nel 1844, morto nel 1898, e che aveva nel sangue l’arte del tessuto e l’amore per le tradizioni veneziane. Lo incontriamo nel 1875, quando, assieme a socio Giovanni Battista Gianoglio, decide di acquistare un palazzo in Fondamenta San Lazzaro, a Venezia. Qui i due aprono una nuova manifattura tessile. Il palazzo non è scelto a caso: l’edificio è una vecchia sede della Scuola della Seta della Serenissima, abbandonata all’inizio del secolo a causa di un decreto napoleonico che, nel 1806 aveva chiuso tutte le corporazioni artigiane di Venezia. Il decreto segnò un periodo di crisi nel mondo dell’artigianato veneziano. Ma non tutte le sue tradizioni andarono perdute e, tra quelle salvate dall’oblio, c’era quella dei tessuti. Grazie anche alla tessitura di Luigi, che riuscì a recuperare i telai appartenuti alla Scuola e rimasti all’interno del palazzo, gli stessi in uso ancora oggi presso la Tessitura Bevilacqua.

La tessitura Bevilacqua si divide in una parte di produzione meccanica e una di tessitura manuale. Quest’ultima ha tuttora la sua sede a Venezia, in Santa Croce, affacciata sul Canal Grande. Il tipo di tessuto più pregiato e della manifattura più complessa è il velluto particolare, tipicamente veneziano, con due differenti tipi di pelo: il velluto riccio ed il velluto tagliato. La lavorazione è estremamente lenta, dal momento che, su ogni telaio, si producono poche decine di centimetri al giorno. Ma la soddisfazione di creare qualcosa di unico, il cui segreto è ormai custodito da poche persone la mondo ripaga di tutte le fatiche.

Nella sede attuale, al numero 1320 di Santa Croce, a Venezia, ci sono 18 telai, tutti pezzi originali del Settecento: le stesse macchine appartenute alla Scuola della Seta e acquistate da Luigi nel 1875.

Fonte: Tessitura made in Venice - Luigi Bevilacqua

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Rivestimenti

Rifiniamo i prodotti con tessuti prestigiosi

In un continuo circolo vizioso e in una assoluta libertà di costruzione, la nostra creatività ha la libertà di spaziare tra rivestimenti classici e moderni, in un continuo ansamble dove le personalizzazioni sono uniche ed infinite.

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Lavorazione

Antiche manualità vive ancora oggi

Che un lavoro sia una questione di legami con l’espressione più intima del proprio essere è palese. Il dialogo continuo tra emozione e capacità si traduce in forme e movimenti complessi e trova la propria vita in chi riesce a sporcarsi le mani, creando oggetti da possedere con l’ispirazione di chi non ha limiti nell’audacia e nella sperimentazione delle proprie capacità artistiche.

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MOECA

La Moeca Veneziana o Leon in moeca

A Venezia troviamo dal periodo rinascimentale in poi la raffigurazione di un leone in moeca in moltissimi manufatti di pietra su alloggi, chiese, su vere da pozzo, colonne e capitelli. Sembra che la definizione “Leon in moaca” derivi dalla raffigurazione del leone in un cerchio, appunto raffigurato in un granchio, dal latino mollis nella fase più critica della sua muta. Considerato  uno dei più importanti simboli e anche la più antica raffigurazione di Leone marciano realizzata a Venezia nel 1200. Usato in precedenza come Sigillo del Doge il “Leon in moeca” è da millenni il simbolo della città lagunare usato negli atti pubblici per validare il valore statale degli atti stessi. Il granchio, raffigurato con un tondo al cui interno è disegnato il leone marciano, è inoltre uno dei piatti tipici della cultura culinaria veneziana. Uno speciale sigillo veneziano viene cucito su ogni materasso della nostra collezione garantendo una lavorazione manuale e precisa per ogni prodotto che viene consegnato nelle mani del nostro committente.

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STORIA ANTICA

...Sophie Desrosiers, in un saggio che investiga l’origine di tale tipologia, sembra accettare l’ipotesi di una nascita orientale, soprattutto per l’antica tradizione cinese della tessitura della seta per effetti di catena, e l’inizio della sua fabbricazione in Italia non prima del secolo XII; anche se c’è scarsità di esemplari vellutati in Cina e la tipologia si sviluppa in maniera evidente solo molto più tardi. In tutti i casi è bene ricordare che Marco Polo, figlio di mercante di tessili serici (e forse tessitore, dal momento che i Polo abiteranno a San Giovanni Grisostomo, contrada di alta concentrazione di maestranze seriche), nel suo Il milione, racconta di stoffe speciali viste in Oriente, citando giambellotti, nasicci - drappi dorati - e zendadi, ma non velluti. Tuttavia “coltra una de veludo” compare tra le cose di un certo valore inventariate alla sua morte, avvenuta nel “1323 8 zener” more veneto, cioè l’8 gennaio 1324.

Fonte: Il genio della Tradizione otto secoli di velluti a Venezia: la tessitura Bevilacqua

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